ABBIATEGRASSO – Una mostra al Castello Visconteo dal 13 gennaio all’11 febbraio

In sala consiliare tre incontri di approfondimento

 

Mingalabar. La gente in Myanmar si saluta così, con un augurio che va bene per qualsiasi ora del giorno e della sera. Sempre con quell’atteggiamento  gentile per il quale l’ex Birmania si è meritata la definizione di “Paese del sorriso”. Un sorriso brutalmente spezzato dal colpo di Stato di tre anni fa, che ha interrotto il difficile cammino verso la democrazia e riportato indietro l’orologio del tempo, ricacciando la popolazione nella paura e nella povertà (metà dei birmani vive con meno di 0,85 dollari al giorno). Un dramma poco conosciuto in Occidente, dove il Myanmar sembra scomparso, se non dalla cartina geografica, quantomeno dai media.

L’associazione culturale “Obiettivo sul mondo” di Abbiategrasso, in collaborazione con gli “Amici missioni indiane” di Buccinasco e l’associazione per l’amicizia Italia-Birmania “Giuseppe Malpeli” di Parma, vuole riaccendere l’attenzione su questo Paese meraviglioso, e in particolare sulla lotta che si sta svolgendo per i diritti civili che – val la pena ricordarlo – riguardano tutti sempre. Lo fa, grazie al supporto del Comune di Abbiategrasso e di Amaga come main sponsor, con una mostra nei seminterrati del Castello Visconteo, in cui verranno esposte una cinquantina di fotografie scattate da Claudio Tirelli, presidente di “Obiettivo”, nel corso di una serie di viaggi Myanmar effettuati nell’arco di quarant’anni. Mostreranno, oltre alla straordinaria bellezza paesaggistica di questo Paese unico, la vita quotidiana della gente, con un’attenzione particolare per le minoranze etniche degli Stati del Nord. A corredo delle immagini, una quindicina di vetrine con oggetti significativi per la cultura di queste popolazioni: dai libri sacri ai monili, dai set per i tatuaggi ai contenitori per le offerte votive, dai tessuti ai cappelli. Si tratta di reperti provenienti da prestigiosi collezionisti privati, da gallerie d’arte e dal Museo Popoli e Culture del Pime, che proprio in queste zone vanta una presenza secolare ricca di testimonianze straordinarie.

La mostra verrà inaugurata sabato 13 gennaio alle 16, alla presenza della senatrice Albertina Soliani, già presidente dell’associazione parlamentare “Amici della Birmania”, in diretto contatto con Aung San Suu Kyi, con il suo partito e con i membri del governo democratico in esilio. Ci sarà anche padre Gianni Criveller, grande esperto di Asia dove ha vissuto a lungo, sinologo, storico e teologo,  ora direttore del Centro Pime di Milano. La rassegna potrà essere visitata fino all’11 febbraio, a ingresso gratuito, dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19, il sabato e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. A completare il quadro, tre incontri in sala consiliare, con inizio alle 21, per capirne di più e approfondire i tanti, affascinanti temi della storia e dell’attualità della Birmania. Martedì 23 gennaio Marilia Albanese, già direttore della sezione lombarda dell’Isiao (Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente), docente e scrittrice, proporrà una serata dal titolo “Myanmar: la terra del Buddha e degli spiriti”. Sabato 3 febbraio torneranno Albertina Soliani e padre Criveller per una riflessione  sulla situazione politica e sociale; con loro ci sarà Alessandra Schiavo, attualmente ministro plenipotenziario presso il ministero degli Esteri dove è direttrice generale per i Paesi dell’Asia e dell’Oceania, nel febbraio 2021 ambasciatrice italiana a Yangoon, e quindi testimone diretta del golpe della giunta militare. Venerdì 9 febbraio, nell’incontro “Scintille di speranza” interverranno fratel Massimo Cattaneo, direttore di New Humanity International, l’associazione di volontariato legata al Pime che porta avanti progetti di sviluppo in Cambogia, India e Myanmar; Manuel Tartarotti, che in questi giorni sta lavorando “sul campo” in Indocina; madre Cristina Magatti, abbiatense, già superiora generale delle Suore della Riparazione (molto note ad Abbiategrasso per via della loro consolidata presenza alla Casa del Rosario) che nell’ex Birmania hanno una sessantina di comunità e sono costantemente in prima linea nell’assistenza a chi ha bisogno.